Sismabonus: tutto ciò che c’è da sapere
In un Paese da sempre ad alto rischio sismico come l’Italia, è molto importante che lo Stato fornisca sostegno concreto al fine di aiutare famiglie ed imprese a provvedere all’adeguamento in chiave antisismica degli edifici. Il superbonus 110% promosso dal Decreto Rilancio si muove proprio in questa direzione. Infatti, oltre ad incentivare la riqualificazione energetica degli immobili, questo bonus si concentra anche sugli interventi finalizzati a ridurre il rischio sismico.
Andiamo a vedere cos’è il sismabonus, quali sono i vantaggi e le caratteristiche di questa agevolazione avallata dal Governo italiano.
Il sismabonus: in cosa consiste e perché richiederlo
Il sismabonus è un incentivo fiscale che fa parte del Decreto Rilancio. Prevede una detrazione fino al 110% per gli interventi antisismici effettuati nel periodo compreso tra il 1° luglio 2020 ed il 31 dicembre 2021. Il decreto lascia la possibilità di accesso alle detrazioni non soltanto al proprietario dell’immobile ma anche a:
- Familiare convivente;
- Locatario;
- Comodatario;
- Titolare di diritto reale di godimento;
- Futuro acquirente dell’immobile, limitatamente alle quote di detrazione residue
Gli interventi antisismici rientranti nel superbonus non sono una assoluta novità. Questa agevolazione, sebbene con un’aliquota minore e a condizioni in parte differenti, esiste già dal 2013, in seguito all’approvazione del Decreto-legge 63, successivamente convertito nella legge 90.
L’edificio oggetto dell’intervento deve essere ubicato nella zona 1 (alto rischio sismico; comprende le regioni della Campania, Sicilia, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Molise e Umbria), zona 2 (rischio contrassegnato come medio-alto; comprende le regioni della Basilicata, Emilia-Romagna, Marche, Puglia e Lazio) oppure zona 3 (rischio medio basso; include le regioni della Toscana, Piemonte, Liguria e Lombardia). La zona 4, quella a bassissima sismicità, è esclusa dal sismabonus 110%.
Ricordiamo, inoltre, che il credito può essere detratto, ceduto o scontato direttamente in fattura.
Il valore della sicurezza degli edifici da adeguare sismicamente
Richiedere il sismabonus può essere un’ottima opportunità per mettere in sicurezza gli edifici. Purtroppo, per la particolare posizione geografica in cui si trova, gran parte del territorio italiano è esposto, in maniera più o meno elevata, al rischio sismico.
In questi anni, abbiamo assistito a diversi fenomeni sismici che hanno causato morte e distruzione, con ferite difficili da sanare anche a distanza di molto tempo. L’Italia ha sempre gestito gli eventi sismici in via successiva, vale a dire solo dopo che l’evento stesso si è verificato. Da un po’ di tempo, però, sembra sia aumentata l’attenzione rispetto alla necessità di agire soprattutto in via preventiva. L’obiettivo è quello di dotare gli edifici delle configurazioni strutturali necessarie per affrontare e superare senza gravi ripercussioni per persone o cose una calamità sismica anche piuttosto intensa.
Sismabonus con demolizione e ricostruzione di un edificio
Una delle domande che molte persone si sono poste in merito al sismabonus riguarda l’eventuale possibilità di accedere al bonus anche in caso di demolizione e ricostruzione di un edificio. In realtà, esistono soltanto due possibilità per ottenere l’agevolazione demolendo e ricostruendo l’edificio.
Nel primo caso, in presenza di abitazioni private oppure di attività produttive, affinché il bonus possa essere riconosciuto è necessario che l’edificio ricostruito abbia la stessa volumetria di quello demolito. Inoltre, l’intervento edilizio deve essere contrassegnato come ristrutturazione edilizia, non come nuova costruzione.
Il secondo caso riguarda, invece, l’acquisto di case antisismiche da parte di imprese di costruzione. Se l’impresa che, acquista, demolisce, ricostruisce, anche con aumento di volumetria, e vende le singole unità immobiliari dell’edificio entro 18 mesi dalla fine dei lavori, l’acquirente della singola unità immobiliare avrà diritto al superbonus 110%, fino ad una spesa massima di € 96.000 per ogni unità immobiliare acquistata.
La verifica pre e post-intervento da effettuare
Come si fa a determinare la classe di rischio sismico di un edificio sia prima che dopo l’intervento di adeguamento? Questo ruolo spetta ai progettisti strutturali, collaudatori e direttori di lavori che esprimono il loro parere seguendo le linee guida stabilite dal D.M. 28 febbraio 2017 n.58.
In base a quanto stabilito dal decreto, esistono 8 classi di rischio, da A+ fino ad arrivare alla classe G. Il compito del progettista strutturale è quello di identificare la classe di rischio dell’edificio pre-intervento e quella conseguibile dopo l’intervento.
Chiaramente, gli interventi da effettuare vanno descritti in maniera precisa all’interno di un progetto, da consegnare all’ufficio comunale competente insieme alla SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività). Il Direttore dei Lavori ed il Collaudatore si impegnano, in base ai rispettivi ambiti di competenza, ad attestare la piena conformità degli interventi al progetto depositato. Solo dopo aver ottenuto l’asseverazione da parte degli addetti ai lavori è possibile ottenere il sismabonus 110%.